Vescovo: Ragazzi e ragazze,
chiamati ad essere il popolo nuovo che darà lode al Signore, non è necessaria una lunga omelia: Cristo crocefisso parla direttamente al nostro cuore. Le sue mani inchiodate in un abbraccio di tenerezza infinita, i suoi piedi fissati per una presenza definitiva, il suo cuore squarciato e divenuto fonte di misericordia e di salvezza sono di una eloquenza unica. Dall'alto della croce, Gesù ci commuove rivelandoci il suo amore: è la sua risposta personalissima all'amore del Padre che -per ciascuno di noi, nessuno escluso!- l'ha mandato nel mondo. Amore che rimane presenza vicinissima e amica nello Spirito effuso per sempre nei nostri cuori. È la risposta ultima alla nostra fame di valori esistenziali, di affetto, di amore autentico.
Il Crocefisso non è un perdente. Il suo martirio non è un incidente di percorso: trionfa dall'alto della croce. Cristo non è lo sconfitto dalla morte: è il suo Vincitore poiché -per sempre- è il Vivente, fonte di ogni vita e di sicura speranza per il tempo e per l'eternità, la mia e la tua vita, la mia e la tua speranza, il segno inequivocabile per una vita in pienezza.
È qui a dirci che il successo apparente non è lo scopo dell'esistenza, che il dolore ha una eccezionale e misteriosa fecondità, che il segreto ultimo di ogni riuscita nella vita è la donazione totale, che la speranza riposta in Dio non delude mai, che l'ultima parola non è la morte, bensì la risurrezione e la vita eterna.
Questa lettura del Crocefisso è più profonda di chi vede in Lui solo lo specchio della violenza fisica e morale che attraversa la storia e che rende l'uomo homini lupus (lupo per l'uomo), incapace per altro d'apprendere la lezione che proviene dall'inutilità del male. Sì, nel Crocefisso sono riassunti i drammi delle persone che a milioni sono state sterminate nei lager nazisti, annientate nei gulag, trucidate in Vietman e nei Balcani, in Cambogia, nel Centro Africa; c'è l'immigrato ricacciato in mare, l'emarginato delle periferie e delle favelas, il disperato che chiede aiuto senza trovarlo, ogni sfruttato, ogni emarginato; chiunque è umiliato nella sua umana dignità. Ci siamo noi, con la nostra povertà del nostro peccato, i nostri compromessi e le nostre contraddizioni. Il Crocefisso si identifica con ogni goccia di sangue e ogni lacrima versata dall'umanità oppressa senza soluzione di continuità. Con ogni intimo tormento.
Sulla croce, Gesù lancia il suo grido angoscioso e finale: ha già affrontato ogni stilla di sofferenza. Non vacilla. In esso riassume ogni angoscia, anche quella dei nostri contemporanei. Dio vero e totalmente uomo, Gesù sperimenta la tortura orrenda e iniqua. Ma anche la sofferenza più sottile, velenosa, atroce: il dubbio, la solitudine, la paura. Allora è veramente nostro fratello, carne della nostra carne. In grado di capire i nostri perché, i dubbi, le ansie, le angosce. Non sofferenza inutile dunque, ma tormento e sofferenza come maestri di compassione. Questo ci dice il crocifisso Signore della gloria.
Giovani, siete voi il futuro della Chiesa. Tocca a voi saper dire queste verità, questa speranza pasquale nel vostro mondo di oggi (tanto bello, quanto difficile!) e alla prossima generazione (quella dei vostri figli!). Si tratta di enorme responsabilità, la più grande. È in gioco il futuro del cristianesimo.
Nel dramma di Diego Fabbri, dal titolo Processo a Gesù, il Tribunale del Sinedrio chiama Giuda a deporre e lo mette a confronto con Giovanni, l'evangelista. È momento altamen-te suggestivo. Giuda, il traditore rimprovera il discepolo prediletto: Tu lo sapevi, perché te lo aveva confidato Lui, che io uscendo nella notte sarei andato a consegnarlo ai suoi nemici. Ma non mi hai bloccato con un gesto di fraternità, non mi hai fermato in nome dell'amore...
Ragazzi e ragazze, avete intuito la verità del Crocifisso. Ditelo ai vostri amici. Testimoniatelo con la vostra vita. Allora vi abiterà la pienezza della gioia. Che crescerà quanto più sarà sinceramente condivisa. Non macchiamoci di omissioni di affetto verso coloro che Escono nella notte.
Il tuo volto, o Signore, io cerco è il grido di un salmo. Ed eccolo nel Crocefisso, il volto bramato. Volto destinato ad essere trasfigurato nella risurrezione. Chi potrà resistere al suo linguaggio tenero e forte? È la risposta a tutti i nostri perchè. Risposta che non lascia alcun dubbio!
Signore, la tua croce è salvezza,
la tua morte è vittoria,
la tua notte è luce!
(Urs von Balthassar)